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Rubrica “Cose vecchie che diventano nuove” | E collant fu!

Anno nuovo vita nuova.. ma con cose vecchie: “Ma perché non prendere due calze e appiccicarle a una mutanda?”… e collant fu!

 

Chi l’ha detto che “nuovo” debba per forza essere un’invenzione? E se invece bastasse solo un modo diverso di  guardare?

La cassapanca in cui mia nonna teneva il corredo, è diventata per me un mobile d’arredo.

La macchina da scrivere Olivetti con cui negli anni ’80 ho fatto un corso di dattilografia, è ora il soprammobile che svetta su quella cassapanca.

Gli oggetti seguono i cambiamenti delle nostre vite, sono scarpe che si adattano ai piedi che crescono.

Per il nuovo anno è questo il pensiero che vogliamo seguire, un filo rosso mensile che lega l’oggi alle sue origini. Ogni mese ripercorreremo la vita di qualcosa che ci appartiene, senza la pretesa di essere scientifici o esaustivi, semplicemente seguiremo lo sguardo mentre si fa girovagante.

Gennaio 2022

E’ passata anche l’epifania che tutte le feste si porta via.

Stamattina calze colorate e colme di dolciumi hanno aspettato bambine e bambini (da 0 a 100 anni) attaccate ai camini, sopra o sotto l’albero di natale, sul tavolo della cucina, sul comodino accanto al letto o semplicemente tra le mani di chi ci vuole bene.

Ad un certo punto però mi sono detta: ma qual è la storia delle calze?

Non mi riferisco a quelle della befana, ma proprio ai collant che portiamo sotto le gonne e che hanno accompagnato l’evoluzione della moda quanto quella dell’emancipazione femminile.

Ho trovato diverse notizie ed alcuni aneddoti  molto divertenti, che rispondano o meno al vero non posso dirlo, ma voi prendeteli come fossero carbone di zucchero o monete di cioccolato: non esistono nella realtà ma sono dolci e fanno sorridere.

Si narra che nel 1953 l’americano Allen Gant sr, allora a capo dell’azienda tessile Glen Raven Mills, fu il bersaglio delle (sacrosante) lamentele della moglie Ethel Boone, costretta ad accompagnarlo in lunghi viaggi pur essendo incinta. Com’è facile immaginare, non era semplice per lei destreggiarsi tra reggicalze e calze in nylon su un treno. «Ma perché non prendete due calze e le appiccicate a una mutanda?» osservò la signora Ethel, arrivando persino a costruire un rudimentale prototipo esemplificativo. Qualcosa di simile ad una lampadina deve essersi accesa nella mente di suo marito, il quale pochi anni dopo, nel 1959, metteva sul mercato i collant che conosciamo.

Era già dal 1938 che l’azienda DuPonte produceva le calze in nylon, queste furono poi presentate nel 1939 all’esposizione internazionale di San Francisco e vendute per la prima volta il 24 ottobre 1939 in un negozio di Wilmington in Delawere.

La medievale calzamaglia rinasce attraverso il nylon, viene perfezionata con la lycra e nel 1965 si lega indissolubilmente alla rivoluzionaria minigonna di Mary Quant.

Ma questa è un’altra storia.

 

Arrivederci a febbraio con una nuova storia… R.F.

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