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Commercio, Conti: «Da marzo operativo il blocco delle licenze nel centro storico»


Il provvedimento, una volta approvato in Giunta, sarà valido per due anni

 

«Dalla prima settimana di marzo sarà operativo il blocco delle licenze in tutte le strade e le piazze comprese nella “Zona A” e “Zona B” del centro storico (ovvero tutta la zona Stazione e ampia parte del centro storico). Il provvedimento è già pronto e sarà approvato in Giunta una volta che si sarà tenuta la concertazione fra il Comune di Pisa, tramite l’assessore al commercio Paolo Pesciatini e  le associazioni di categoria, in programma martedì prossimo, nella quale saranno affrontati gli aspetti tecnici di dettaglio della misura. Il provvedimento, una volta approvato, sarà immediatamente esecutivo e avrà una validità di due anni». Ad annunciarlo è il sindaco di Pisa, Michele Conti.

Il blocco delle licenze riguarderà gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e le attività artigianali alimentari, ad eccezione di pescherie, rivendite di pane, attività artigianali di panificazione e le rivendite di frutta e verdura, purché presentino atto unilaterale di obbligo di impegno a non vendere alcol. Non sarà inoltre consentito il trasferimento di una attività da un’area esterna ad una interna al centro storico, mentre sarà possibile il contrario.

«E’ arrivato il momento – prosegue Conti – di mettere ordine, con gli strumenti che ha a disposizione un sindaco, nel tessuto commerciale del nostro centro cittadino, arginando per quanto possibile la deregulation avviata infelicemente dai famosi decreti Bersani del 1998. Le liberalizzazioni selvagge hanno creato solo caos nelle nostre città ed in particolar modo nelle città d’arte come Pisa, modificandone in profondità il tessuto commerciale e consentendo a chiunque voglia inventarsi imprenditore di gettarsi nella mischia, spesso senza alcuna qualifica. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: i negozi storici e le botteghe artigiane sono state progressivamente sostituite da un proliferare di minimarket, kebab, pub e birrerie. Un disastro iniziato nel 1998 e accentuato dopo la crisi del 2008 che ha danneggiato sia le attività tradizionali che la vivibilità del centro storico, andando ad impattare sulla qualità della vita dei residenti».

«Ora è necessario invertire la rotta – continua il primo cittadino – tutelando dalla concorrenza degli “avventurieri” i commercianti che lavorano e che hanno fatto della loro professionalità, negli anni, un vanto e un motivo di crescita economica. Ma anche per tutelare i cittadini che risiedono in centro e per far sì che altri possano tornarci a vivere, grazie alla presenza di negozi di vicinato e servizi di prossimità. Basta veder trasformati negozi tradizionali e botteghe artigiane in minimarket; basta trovare nella stessa strada dieci bar in fila o dieci negozi di altro tipo. Dobbiamo imparare la lezione di questa pandemia pensando anzi tutto ad un modello di commercio nuovo, diverso, che tuteli e rafforzi la rete commerciale che già esiste».

 

Fonte: Comune di Pisa 

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